COMPLESSO ABBAZIALE DI S. PIETRO
Il ritrovamento nel 1822 di una lapide sotto
l'altare fa supporre che la chiesa sia sorta sui resti di un tempio
romano dedicato alla dea Diana. L'isolato che comprende piazza
Molineri, via S. Pietro, via S. Francesco e piazza Misericordia
è considerato tra i primi nuclei di insediamento in
Savigliano.
La tradizione vorrebbe il monastero fondato da San Fausto nel 585.
Risale al 1028 la rifondazione e ricostruzione del complesso che
diviene in breve un centro religioso ed amministrativo di grande
importanza per Savigliano ed il basso Piemonte; la chiesa fu
costruita in stile romanico a tre navate con direzione est-ovest,
accostata a nord al chiostro, secondo la usuale disposizione
medievale.
Dal 1434 al 1436, all'epoca in cui a Savigliano
fu trasferita l'Università, nella chiesa del monastero si
discutevano gli esami e le tesi di laurea, alla presenza dell'abate
in qualità di vice cancelliere del vescovo di Torino.
Nel 1599 l'architetto Ercole Negri di Sanfront opera un generale
intervento di ristrutturazione, dando alla chiesa l'aspetto
architettonico attuale, di gusto manierista.
Intorno al 1600 gli apparati decorativi del coro furono realizzati
dal saluzzese Cesare Arbasia, cui si devono presumibilmente anche
alcuni medaglioni della navata centrale, che furono in parte
coperti tra il 1850 e il 1854 dagli affreschi del pittore Domenico
Cardellino.
Nella seconda metà del Seicento furono approntati interventi
di abbellimento della Chiesa e del monastero che videro all'opera
artisti come Giovenale Boetto e Sebastiano Taricco.
Dal 1722 al 1726 si costruisce il poderoso campanile, attribuito a
Francesco Gallo, in sostituzione del precedente documentato dal
1329.
L'attuale facciata, risalente al 1822, ospita ancora tre pregevoli
portali marmorei cinquecenteschi chiusi da tre porte lignee di
pieno Seicento opera degli intagliatori Botto.
Lavori di restauro dell'edificio furono realizzati a partire dalla
fine degli anni Sessanta del secolo scorso, fino all'ultimo
intervento sulla facciata, ultimato nel 2007.
Molte le testimonianze artistiche custodite all'interno della Chiesa. A Gandolfino da Roreto si deve l'imponente polittico absidale (1510), a Giovanni Antonio Molineri i due affreschi del presbiterio raffiguranti il Martirio di San Paolo ed il Martirio di San Pietro (1621) nonché il San Gerolamo, opera tarda dell'artista. A Pietro Botto è attribuito lo splendido trittico scultoreo del Cristo Crocefisso con la Vergine e San Giovanni, come pure i raffinati stalli del coro (1630) e l'armadio della Sacrestia (1629-30). Le grottesche absidali sono opera della scuola dei Dolce. Ai lati del presbiterio si trova il coro dei fratelli Tiffner (1649-54). Nella chiesa sono anche ospitate la lapide romana della ?gens Gavia?(presso l'altare maggiore), tra i più importanti reperti locali di epoca romana ,ed un pregevole fonte battesimale del 1498.
L'armonioso e razionale chiostro di impianto quadrato cinquecentesco fu ultimato nel 1621. E' delimitato da fabbricati su due livelli scanditi da arcate al piano terra, mentre la fascia superiore è caratterizzata dalla semplice sequenza delle finestre, ad eccezione della manica nord, il cui fronte del piano superiore è ritmato dalla sequenza di duplici arcatelle che al centro si aprono verso una profonda loggia.
L'attuale giardino, terminato nel 2006, è impostato secondo uno schema che ricalca quello preesistente, con percorsi principali che disegnano, con il pozzo al centro, una croce greca iscritta in un quadrato. A tale schema classico se ne sovrappone uno secondario, diagonale al primo, con quattro percorsi che raggiungono direttamente gli ingressi. Alcune siepi definiscono il semplice tracciato delle aiuole, con letti di fioriture.