Monastero di Santa Monica - Università
L'attuale edificio, costruito nella prima
metà del XVII secolo, diventò sede delle monache
agostiniane nel 1642. Nel corso del '700, a seguito di
un'intraprendente attività immobiliare e nonostante le
proteste del Comune, le monache ampliarono il monastero fino ad
inglobare un intero isolato cittadino.
Il monastero, costituito da un agglomerato architettonico di
edifici, si distinse per il magnifico cortile quadrato e per la
chiesa impreziosita da ricchi fregi e dai paramenti in pizzo
realizzati con grande maestria dalle monache.
Nel 1808, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi,
l'edificio diventò Deposito di Mendicità, subendo una
pesante ristrutturazione.
Nel 1820 le monache rientrarono nel monastero, per poi abbandonarlo
definitivamente nel 1857, a seguito dell'entrata in vigore della
legge Rattazzi sulla soppressione degli ordini religiosi
contemplativi. Nel periodo risorgimentale, l'edificio fu adattato a
caserma per una parte dei soldati del secondo reggimento dei
Cacciatori delle Alpi, formatosi nel monastero di Santa Chiara nel
1859. Le truppe erano sotto il comando del generale Garibaldi, che,
secondo quanto riportato dallo storico Casimiro Turletti, venne tre
volte a Savigliano per passarle in rassegna. In seguito il
fabbricato fu acquisito dall'Amministrazione Militare per farne un
ospedale dapprima succursale e poi divisionale. Secondo quanto
stabilito da un'apposita convenzione con il Comune, furono
destinati ad alloggi per gli ufficiali medici i locali della manica
ad ovest, già appartenuti alle monache, compreso palazzo Danna
d'Usseglio.
Dopo aver funzionato a pieno ritmo durante le due guerre mondiali,
l'ospedale perse progressivamente importanza, fino al 1973, quando
cessò di funzionare.
Nei primi anni 2000 l'Università degli Studi di Torino, in
accordo con il Comune di Savigliano, ha deciso di destinare tale
complesso edilizio a sede universitaria. I lavori di
ristrutturazione e recupero sono stati condotti nel rispetto delle
tecniche costruttive tradizionali e dell'evoluzione storica della
struttura. All'interno del quadrilatero è stato realizzato un
giardino all'italiana che ripropone lo schema planimetrico del
giardino del convento così come è raffigurato nel primo
piano regolatore della Città, redatto da Maurizio Eula nel
1841 e conservato presso l'Archivio Storico della Città di
Savigliano.