Itinerario ciclo pedonale equestre di visita alle “Vasche Bresciano”
Non devi sapere sapere troppo, o essere troppo preciso, scientifico su uccelli e alberi e fiori e movimenti dell’acqua; un certo margine di libertà, e persino di vaghezza – forse di ignoranza, di credulità – aiuta il godimento di queste cose …
(Walt Whitman)
COSA E’ UN FONTANILE
I fontanili, in piemontese “vasche”, a differenza delle risorgive che invece sono un fenomeno naturale, sono opere artificiali, realizzate quindi dall’uomo, per far affiorare, raccogliere e convogliare acque sotterranee e portarle ad uso irriguo, tramite la realizzazione di uno scavo.
I fontanili sono tipici della Pianura Padana e si distribuiscono lungo un settore che segna il passaggio fra l’Alta pianura e la Bassa pianura, in corrispondenza del punto di rottura di pendenza dei corsi fluviali: col rallentare della forza delle acque per la minor pendenza, alla base delle valli terminano di depositarsi ghiaie e ciottoli, molto permeabili: con la Bassa pianura iniziano a depositarsi materiali più fini come sabbie e argille, che la rendono impermeabile: in questa fascia possono risalire in superficie acque sotterranee tramite degli scavi, da 1,5 metri a 5 metri o anche più di profondità, che intercettano la falda più superficiale: tali scavi sono i fontanili.
Sono costituiti da una testa (scavo nel terreno) e un’asta, che costituisce l’alveo scavato che convoglia l’acqua in fossi o rogge (fossi più grandi). La forma può essere tipo termometro (testa a goccia) o a L o a T. Per favorire la fuoriuscita delle polle d’acqua, un tempo si mettevano dei “tini” in legno, che duravano 10 – 15 anni, attorno al 1860, grazie all’ingegner Claudio Calandra, cominciarono ad usarsi dei tubi metallici, appuntiti e finestrati, del diametro di 10 – 12 centimetri, infissi nel fondo della testa e nell’asta, fino a raggiungere la profondità anche di 10 – 12 metri.
Caratteristica importante delle acque di risorgiva è l’elevata limpidezza e la costanza termica: sgorgano a temperature che vanno dai 10 ai 16° C, con temperature autunnali più calde, ed il minimo in primavera.
Sono importanti perché rappresentano un ambiente ad alto valore naturalistico, in ambienti caratterizzati da agricoltura intensiva: le fasce boscate lungo le scarpate della testa e dell’asta di deflusso, con varie specie arboree quali robinia (che ha il vantaggio di avere foglie piccole, che marciscono una volta cadute nell’acqua, e quindi non intasano il canale) ed arbustive ad esempio il sambuco, costituiscono un ambiente in grado di fornire cibo e rifugio a molte specie animali. Le acque presenti nello scavo altrettanto per pesci, rettili ed anfibi.
I fontanili sono sempre più in diminuzione per vari motivi:
- notevole abbassamento della falda, per eccessivi prelievi dalla falda, diminuzione piogge negli ultimi anni, impermeabilizzazione suolo che non permette ricarica della falda
- utilizzo di nuovi metodi di estrazione acque: i pozzi irrigui, le cosiddette “centrifiche”
- difficoltà e onerosità nel fare interventi manutentivi, essendo artificiali necessitano di manutenzione, sennò tendono ad interrarsi, poi rovi e arbusti rendono spesso impossibile avvicinarsi
- diventano depositi incontrollati di rifiuti e materiali
- tendono a essere interrati volontariamente dai proprietari, per recuperare terreno agricolo
Noi non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli.
(Proverbio degli Indiani d’America)
LE VASCHE BRESCIANO
La vasta area a monte di Savigliano, compresa fra i torrenti Mellea e Maira, con in mezzo il Rio Chiaretto, è stata da sempre la zona del saviglianese più ricca di acque (si riconosce già dall’analisi dei toponimi come Collarelle: da colatoio, Peschiera: luogo di pesca, Priglia: zona di prati umidi, Sagnassi: da sagna, acquitrino), ed un tempo, ai confini con Vottignasco e Centallo, ricoperta di paludi.
I terreni davano raccolti scarsi e incerti e crescevano erbe che non poterono essere utilizzate come foraggi, inoltre chi viveva in tali aree era soggetto a febbri intermittenti o malariche e a malattie infettive e reumatiche che ne minavano la salute. Già a partire del 1600 gli ordini religiosi, che lì avevano possedimenti e cascine, tentarono di risanare il territorio ma con scarsi risultati: le regioni Sorba, Priglia, Marignano e Tetti Roccia, specialmente nei periodi delle piogge, si trovano sommerse di acque stagnanti.
La soluzione del totale risanamento dei terreni dalle acque si risolse solo nella seconda metà del 1800 grazie a Claudio Calandra, uomo politico ed ingegnere idraulico di Murello che fra il 1868 e il 1876, dopa avere acquistato diverse cascine della zona, eseguì un imponente intervento di raccolta delle acque attraverso l’apertura di 5 fontanili ed una miriade di fossati per favorire la fuoriuscita delle acque, raccogliendole e poi disperdendole nel torrente Mellea, in quanto solo una minima parte servì per l’irrigazione dei terreni limitrofi: il comune di Savigliano ( che avrebbe potuto fruire di questa immensa risorsa atta a far funzionare a basso costo i numerosi mulini ed opifici posti a valle ) e la SNOS, ignorarono e poi rifiutarono le offerte di cessione di utilizzo delle acque da parte della famiglia Calandra che poi, dopo avere venduto le loro proprietà in regione Priglia e Sorba in modo da recuperare parte dell’investimento, intrapresero trattative con privati e consorzi.
Nel frattempo nel 1863 Giovanni Bresciano acquistò dal Monastero Benedettino di San Pietro la tenuta agricola Peschiera, dove c’erano alcuni fontanili. L’accordo fu raggiunto dagli eredi di Claudio Calandra, i figli Edoardo, Dina e Davide che nel 1883 alienarono tutti i terreni bonificati in Levaldigi e Savigliano ai fratelli Bresciano Carlo, Giovanni Battista e Ernesto, figli di Giovanni Bresciano.
La famiglia Bresciano completò l’opera intrapresa dall’ingegner Calandra, il fontanile già presente presso la tenuta Peschiera divenne “Vasca Bresciano” e a lavori ultimati ad inizio ‘900 portò alla bonifica completa di tutti i terreni paludosi ed al miglioramento delle coltivazioni.
Oggi Edoardo Bresciano, attuale proprietario della vasca, intende far conoscere, valorizzare e rendere fruibile questa importante opera ingegneristica ad alta valenza ambientale.
L’uomo deve rendersi conto che occupa nel creato uno spazio infinitamente piccolo e che nessuna delle sue invenzioni estetiche può competere con un minerale, un insetto o un fiore. Un uccello, uno scarabeo o una farfalla meritano la stessa fervida attenzione di un quadro di Tiziano o del Tintoretto, ma noi abbiamo dimenticato come guardare.
(Claude Lévi-Strauss)
ASPETTI NATURALISTICI
I fontanili sono uno dei biotopi più vari, preziosissimo in un ambiente come quello della pianura cuneese caratterizzato da agricoltura intensiva e dove la vegetazione spontanea e di ripa è confinata solo in aree lungo i fiumi.
La parte arbustiva è ricca di sanguinelli, ligustri, evonimi, viburni, noccioli, sambuchi, prugnoli, rosa canina e biancospini, con grovigli di rampicanti come il luppolo selvatico, la clematide, l’edera (la cui presenza a volte soffoca le piante, impedendo loro di ricevere luce) e i rovi.
Fra le specie arboree nate intorno alle sponde del fontanile troviamo aceri campestri, farnie, pioppi bianchi e neri fra abbondante presenza di robinia, che ha il vantaggio di avere foglie piccole che galleggiano, quindi non contribuiscono ad intasare e interrare l’asta del fontanile. La vegetazione acquatica è varia, per la presenza o meno di luce, si notano crescione e lenticchie d’acqua.
La ricca vegetazione sulle sponde e la presenza di uno stretto sottobosco costituisce uno dei rari ambienti idonei ad ospitare e trovare rifugio e cibo per la selvaggina, con tane alla base degli alberi, per tassi e volpi ma anche donnole, faine e ghiri.
Sui rami invece poiana, upupa, picchio verde e picchio rosso minore, colombaccio sono gli uccelli più noti che si potrebbero incontrare.
Nell’asta profonda dello scavo, germani e gallinelle d’acqua e ittiofauna dove, data la purezza delle acque, potrebbero incontrarsi i preziosi e rari gamberi di fiume.
Dimenticare come scavare la terra e prendersi cura del suolo è dimenticare noi stessi.
(Mahatma Gandhi)
INTERVENTI MIGLIORATIVI
Gli interventi dovranno essere ridotti al minimo per non dare disturbo alla fauna. Fermare l’erosione delle sponde esterne del fontanile, una ripulitura da rami e tronchi secchi (non tutti però perché alcuni di essi sono utili per talune specie di fauna), la riscoperta delle polle attive e dei tubi Calandra, la ripulitura del fondo in alcuni punti e il ripristino di viminate e pietre sulle sponde in frana, il ripristino del sentiero/stradina, di passaggio sulla sponda attraverso l’uso di una trincia per liberarla dai rovi. Interventi di sfoltimento su robinia e taglio alla base per l’edera, in modo da favorire il radicamento di altre specie, appaiono anche necessari.
Il percorso ciclo-pedonale-equestre lungo il fontanile Bresciano, si è inoltre arricchito della presenza di una comoda panchina in legno, con porta-bici e totem, realizzata dagli studenti del Centro europeo di modellismo industriale – AgenForm CEMI, sotto la guida del responsabile del centro Flavio Vallome e del prof. Costanzo Rinaudo.
Pensa che grande rivoluzione planetaria ci sarebbe se milioni di ragazzi di tutte le parti del mondo con i loro zaini sulle spalle cominciassero ad andare in giro per la natura.
(Jack Kerouac)
PROSPETTIVE DI FRUIZIONE
Essendo la vasca Bresciano uno degli ultimi fontanili attivi, cioè con presenza di acqua, in Savigliano ed una delle ultime zone dove regna la natura e l’uomo è ospite, la proposta non può che essere di un utilizzo eco-turistico e saltuario, per gente curiosa, magari non profondi conoscitori della natura ma capaci di coglierne la complessità e la bellezza, avendo a portata di mano … e di bici o cavallo, un ambiente ricco di biodiversità.
Saranno previsti almeno una panchina e due bacheche descrittive dell’itinerario e delle particolarità naturalistiche, in corrispondenza di 1 o 2 punti di accesso al fontanile ripuliti e a vegetazione diradata.
L’itinerario che si propone, raggiungibile in bicicletta da Savigliano e a piedi o cavallo da Vottignasco, vuole essere una interconnessione con il sentiero sul Maira (percorso che unisce lungo Maira la città di Racconigi con Villar San Costanzo, nella bassa valle Maira) ed i ciclo itinerari relativi al percorso transfrontaliero Cyclo Monviso (percorso italo-francese nell’area del Monviso che prevede fra i vari itinerari anche quello identificato 2.6 Martinetto-Levaldigi che dalla frazione Suniglia conduce, passando per la frazione Levaldigi, fino a Genola). Il territorio compreso fra le regioni Pasco Rondello, Suniglia e Levaldigi è ricchissimo di emergenze naturalistiche e soprattutto di archeologia industriale, tre su tutte: l’ultimo fontanile attivo in Savigliano (vasche Bresciano), l’ultimo mulino (mulino di Suniglia) e l’ultimo martinetto (fucina di Levaldigi) vere e proprie cartoline testimoni di un recente passato. Da non scordarsi, sempre a Suniglia il castello, che conserva un bellissimo parco e la gipsoteca Galateri, la chiesetta di San Bernardo con la restaurata meridiana, la piccola cappella della Madonna dei Quadretti, cascina Bajotta dove il capitano Vincenzo Stevano sperimentò la coltivazione di grani provenienti da ogni parte del mondo, l’osservatorio astronomico BSA, villa Gabriella, il bosco naturale del dottor Bertero, e poi a Levaldigi l’antico martinetto, il castello dei Montezemolo col vicino platano centenario e all’interno i resti dell’antico ricetto medioevale.
Nella vicina regione “Pasco Rondello”, oltre al santuario della Sanità è presente l’adiacente museo sugli ex voto, un bosco naturale a fianco di un lago di cava perfettamente rinaturalizzato, villa Tolosana con meridiane e antica ghiacciaia.
Il progetto mira proprio a legare queste 3 realtà della campagna saviglianese (Pasco Rondello, Suniglia e Levaldigi) attraverso un itinerario che renda visibili le emergenze naturalistiche, di archeologia industriale e religiosa presenti nel territorio fra Savigliano e Vottignasco.
Nei dintorni dell’itinerario pedo-ciclabile inoltre ci sono varie attività che non potranno che trarre vantaggi dalla sua presenza: vari agriturismi e B & B, il Lago La Sirenetta col vicino Golf club, il Green Village, il Bar-ristorante L’Angolo del Gusto a Vottignasco, la Fattoria Gallina Golosa, l’azienda agricola Cascina Peschiera che produce salami d’oca, il laboratorio artigiano Cinzia e Sandro che a Levaldigi produce e vende i Pnum. Da ricordare poi altre due eccellenze da scoprirsi nell’itinerario pedo-ciclabile: la Salsiccia Nobile di Vottignasco che ha recentemente ottenuto la DE.CO. e l’impianto per biogas EGEA di Vottignasco, che ha vinto il primo premio “Migliori pratiche bioenergy 2014” nella categoria enti pubblici.
A tal proposito è stata individuata un’area geografica compresa tra il Comune di Savigliano e l’asse stradale Vottignasco-Levaldigi racchiusa tra i fiumi Maria e Mellea che sarà oggetto di una cartografia digitale riportante tutti i percorsi turistici ciclo-pedonali individuati e tutti i punti di interesse sopra citati al fine di migliorare la visibilità e fruibilità di tali luoghi.
Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare da maestri.
(San Bernardo)
I soggetti coinvolti nell’iniziativa di recupero sono stati in primo luogo il proprietario del sedime, Bresciano Edoardo e famiglia, il Circolo Amici della Sanità, l’amministrazione comunale di Vottignasco, l’assessore Laura Liberti del comune di Savigliano, la sezione saviglianese del Club Alpino Italiano (CAI), i volontari della protezione civile di Vottignasco con l’apporto dell’accompagnatore naturalistico Valentina Bono, dell’esperta di fontanili dottoressa Marcella Mogna, dello studio tecnico Brazzelli e dell’Agenform di Cuneo-Savigliano, con i contributi della Fondazione CRS e dell’Egea.
Visualizza la mappa delle "Vasche Bresciano"
Scarica il progetto della panchina installata presso le "Vasche Bresciano"